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La leggenda dell’imene perduto.

Per la rubrica “Miti da sfatare”, oggi su Pelvìc affronteremo un tema misterioso: parliamo dell’imene.

Per secoli, è stato erroneamente considerato come simbolo di purezza sessuale, un sigillo di garanzia dell’integrità delle donne. Tuttavia non c’è nulla di vero in questa credenza! L’imene non è una barriera da rompere, né un simbolo che contraddistingue la “prima volta”. È, invece, una membrana elastica e duttile, che può adattarsi e dilatarsi durante i primi rapporti sessuali.

Scopriamo insieme come i miti e le leggende collegati all’imene sono, in realtà, credenze errate che circondano la sessualità femminile.

L’imene: un “falso” simbolo di purezza

Iniziamo col dire che avere l’imene intatto non è affatto un sinonimo di purezza.
È vero che questa membrana elastica si trova all’ingresso della vagina, ma la sua funzione non è quella di “lacerarsi”  durante il rapporto sessuale. Questo luogo comune errato, nel corso dei secoli, ha creato aspettative irrealistiche e ha portato a conseguenze davvero disastrose, come la discriminazione e l’abuso psicologico.

Non è raro, infatti, che le donne già durante la crescita e lo svolgimento delle più comuni attività quotidiane, come camminare, fare sport, lavarsi o praticare autoerotismo contribuiscano al suo assottigliamento o alla sua rottura ancor prima che avvenga una penetrazione che, in realtà, non cambia la morfologia dell’imene.

Quindi, in seguito al primo rapporto, non ci deve necessariamente essere una perdita di sangue, che se avviene può avere origine da tantissime altre cause, prima tra tutte il danneggiamento dei delicati tessuti vaginali; mentre il dolore che molte donne provano, a dispetto di quanto si crede, non è dato dalla rottura dell’imene quanto da altre cause come l’essere poco lubrificata, avere le pareti vaginali strette, i muscoli pelvici contratti spesso per “ansia da prestazione della prima volta” o soffrire di qualche patologia latente.

Altro mito da sfatare sull’imene?

A dispetto di quanto si sente dire in giro, non esiste nessun esperto che durante una visita possa capire, partendo dalla valutazione dell’imene, se una donna ha avuto rapporti sessuali o meno. 

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