Parliamoci chiaro: parlare di incontinenza urinaria non è esattamente il tema più glamour della serata. Anzi, spesso è una di quelle cose di cui si preferisce tacere, un po’ per imbarazzo, un po’ per quel fastidioso pensiero “ma sì, passerà da solo”. Peccato che non sia proprio così.
L’incontinenza urinaria maschile è più comune di quanto si pensi, colpisce uomini di tutte le età e, soprattutto, ha un impatto reale sulla qualità della vita. Non è roba da “vecchi”, né una condanna definitiva. È solo una questione di affrontare la situazione con un po’ di coraggio e, perché no, qualche sorriso.
Quanti sono gli uomini “invisibili” che convivono con questo problema?
In Italia, circa il 6% degli uomini adulti ha qualche forma di incontinenza urinaria. E con l’avanzare dell’età, il numero cresce: dopo gli 80 anni, addirittura 1 uomo su 3 ne soffre. Eppure, molti continuano a ignorare che si può fare qualcosa, che non è necessario rassegnarsi a questa condizione.
Da cosa nasce questa “perdita di controllo”?
Le cause sono diverse, e spesso si sovrappongono:
Interventi chirurgici alla prostata (come prostatectomia radicale o interventi per ipertrofia): possono danneggiare i muscoli e lo sfintere uretrale, causando fastidiose perdite.
Ipertrofia prostatica benigna (IPB): l’ingrossamento della prostata ostacola il flusso urinario, favorendo perdite da rigurgito o urgenza.
Invecchiamento e perdita di tono muscolare: i muscoli pelvici si indeboliscono col tempo, e questo non aiuta.
Patologie neurologiche come Parkinson, sclerosi multipla o ictus, che interferiscono con il controllo della vescica.
Stili di vita poco amici del pavimento pelvico: obesità, tosse cronica, stipsi, abuso di caffeina o alcol, fumo e sedentarietà.
Infezioni o calcoli urinari, farmaci o residui di urina possono causare incontinenza temporanea.
E ora? Si fa qualcosa o si aspetta che la situazione peggiori?
La buona notizia è che SI PUÒ FARE. E iniziare non significa per forza rivoluzionare la vita, ma piccoli cambiamenti possono fare la differenza.
1. Modifiche allo stile di vita
Tenere sotto controllo il peso (addio panini infiniti).
Limitare caffeina, alcol e bevande gassate, che mettono la vescica in modalità “allarme rosso”.
Bere con criterio, soprattutto la sera.
Smettere di fumare e curare tosse e stipsi.
2. Rieducazione pelvi-perineale
Un professionista può aiutarti a capire come lavorare sui muscoli del pavimento pelvico con esercizi personalizzati, biofeedback e stimolazione elettrica. Anche la ginnastica vescicale, ovvero imparare a gestire le minzioni, aiuta a riprendere il controllo.
3. Dispositivi di supporto
Esistono anche soluzioni non invasive come lo stringipene, un morsetto che aiuta a chiudere l’uretra, e presidi assorbenti per le situazioni più difficili.
4. Terapia farmacologica
Diversi farmaci possono aiutare a rilassare la vescica, favorire il flusso urinario o ridurre la produzione di urina notturna.
5. Terapie mini-invasive e chirurgiche
In casi più complessi, esistono trattamenti come iniezioni parauretrali, sling uretrali, neuromodulazione sacrale o l’impianto di sfintere urinario artificiale, che hanno tassi di successo elevati.
Insomma…
L’incontinenza urinaria non è un tabù da nascondere sotto al tappeto, ma un problema da affrontare con consapevolezza e, soprattutto, con le giuste persone al tuo fianco. Un bravo urologo o un fisioterapista specializzato nel pavimento pelvico sono i tuoi migliori alleati per riprendere il controllo e tornare a vivere senza preoccupazioni.
Quindi basta far finta di niente, è ora di agire. Perché il vero coraggio è prendersi cura di sé, sempre.