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Pipì preventiva: quando il ‘non si sa mai’ fa più male che bene

“Faccio la pipì prima di uscire, che non si sa mai.”
“Amore, fai la pipì prima di andare a scuola, che poi magari ti scappa.”
“Meglio farla adesso, così non ci penso più.”

Queste frasi ti suonano familiari? Benvenuta nel club delle pipì preventive, dove lo stimolo è ormai un optional e ogni bagno si trasforma in un pit stop strategico.

Ma siamo proprio sicure che questo comportamento sia davvero innocuo? Spoiler alert: no, non lo è per niente!.

Voler fare pipì a comando, può trasformarsi in una pessima abitudine che mette in crisi la nostra povera vescica, che di tutto ha bisogno fuorché di essere educata… male.

La vescica non è una diva capricciosa

La vescica è un piccolo capolavoro ingegneristico: un contenitore elastico (tipo palloncino, ma molto più sofisticato), con pareti sensibili che segnalano quando è il momento giusto per svuotarsi.

Ecco come funziona:

  • Quando si riempie fino a circa 250-300 ml, i recettori presenti nelle pareti inviano un messaggio al cervello: “Ehi, siamo pieni!”

  • Il cervello elabora e risponde: “Vai in bagno!” oppure “Trattieni, che adesso siamo in riunione!”

  • Se si può, gli sfinteri si rilassano, e voilà: pipì fatta.

  • Se non si può, gli sfinteri si contraggono e la vescica attende il momento opportuno (senza lamentarsi troppo).

Ma… cosa succede se iniziamo a farla prima che arrivi il segnale? Tipo “non si sa mai, che poi in macchina mi scappa”?

La trappola della pipì anticipata

Fare pipì quando “non scappa” inganna il nostro sistema neurofisiologico. È come insegnare a un bimbo a mangiare ogni mezz’ora anche se non ha fame: a lungo andare, smette di riconoscere i segnali reali della fame.

Succede, infatti, che:

  • la vescica viene svuotata a volumi bassi,

  • i recettori si “rieducano” a sentire lo stimolo troppo presto,

  • il cervello comincia a mandarti in bagno ogni ora… o peggio, ogni mezz’ora!

Risultato? Urgenza minzionale, pipì frequenti, disagio, ansia e la sensazione di essere sempre alla ricerca disperata di un bagno (ciao ciao serenità!).

Ma quindi… la pipì preventiva è il male assoluto?

La risposta a questa domanda è: abbastanza. Sappiamo che a volte può sembrare sensato farla “per sicurezza”: prima di un viaggio, di una riunione, di un esame. Ma se diventa una regola, invece che un’eccezione, il corpo impara questo schema sbagliato.

E una volta educata la vescica ad essere “precoce”, rieducarla può essere più complicato di quanto si pensi. Spoiler n.2: sì, per farlo poi servirà un fisioterapista pelvico.

Quindi cosa fare?

Ascolta il tuo corpo.
La pipì si fa solo quando scappa davvero. Non per ansia, non per abitudine, non perché “me lo dice la nonna da sempre”.

Rispetta i tempi della vescica: lascia che si riempia fino a quando i recettori lo segnalano naturalmente.

Evita di spingere o “fare un goccio” se non senti davvero il bisogno.

E smettiamo di stressare i bambini con il “fai pipì prima di uscire”! Insegniamo anche a loro a fidarsi del proprio corpo.

Quindi, non fidarti del “non si sa mai”

La prossima volta che stai per infilarti in bagno “giusto per”, chiediti: “Mi scappa davvero?”
Se la risposta è no, allora: resisti, respira… e magari tieniti occupata con un podcast, un buon libro o la tua serie tv preferita e non pensarci più.

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